Perché eliminare le credenze aumenta la nostra autostima?

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Per ottenere un’elevata fiducia in noi stessi, tutto ciò che dobbiamo fare è eliminare le credenze/convinzioni limitanti che si sono formate nella nostra mente, così come i condizionamenti negativi che abbiamo programmato per anni.

La cosa importante del processo di eliminazione è rompere le catene che abbiamo con il passato e vivere pienamente il nostro presente.

Ricordiamoci che una convinzione limitante è qualcosa che si manifesta nel nostro umore o qualcosa in cui crediamo di noi stessi che, in qualche modo, ci condiziona. Capita a tutti noi di avere delle convinzioni che ci limitano, ma se impariamo a identificarle possiamo evitarle in modo proattivo. Queste convinzioni limitanti influenzano tutto: il lavoro di squadra, la cultura dell’ambiente di lavoro e molti altri aspetti.

 

Cos’è che ha formato quelle convinzioni e come ci influenzano?

Molte delle nostre convinzioni sono state formate da errori, fallimenti e sono fisse nella nostra mente, iniziano a rappresentare un enorme ostacolo e ci riempiono di paura piuttosto che sfruttare le opportunità che ci vengono presentate ogni giorno.

Ma quando queste convinzioni vengono sradicate dalla nostra mente, il comportamento cambia. Ci sentiamo meglio, camminiamo più velocemente, la postura cambia, la voce esprime maggiore sicurezza e iniziamo ad agire, un’azione che genera risultati tangibili per il raggiungimento dei nostri obiettivi.

 

Come identificare quelle convinzioni e come sradicarle?

Generalmente le convinzioni e i condizionamenti mentali comuni nella stragrande maggioranza delle persone sono tanti. Immaginiamo come sarebbe la nostra vita se potessimo identificare e sradicare uno o più dei seguenti ostacoli mentali che potremmo aver formato sotto forma di convinzioni:

  • fare errori e fallire fa male, e non è ben visto dalla società
  • non sono abbastanza bravo, o non sono in gamba
  • non sono importante, sono invisibile
  • è difficile cambiare, sono sempre stato così
  • non sono in grado di raggiungerlo o farlo
  • se sbaglio o mi rendo ridicolo non sarò più accettato
  • ciò che mi rende importante è far sì che le persone pensino bene di me
  • niente di quello che faccio è abbastanza buono
  • perché tutto capita a me, cosa ho fatto di così male?
  • non sono adatto o adeguato a questo compito
  • non sono la persona giusta
  • sono un fallimento
  • sono uno sciocco
  • sono maldestro
  • non sono degno
  • non otterrò mai ciò che voglio, a volte aggiungiamo “perché non lo merito”
  • non ho potere, mi sento una persona fragile
  • alle persone non importa cosa dico
  • ciò che mi rende prezioso o importante è fare le cose perfettamente

 

Condizionamenti:

  • paure associate alla critica e al ridicolo
  • paure associate al mancato rispetto delle aspettative
  • paure associate alle persone che mi guardano
  • paure associate al rifiuto sociale
  • paure associate ad uscire dalla Comfort Zone

 

Le credenze sono interpretazioni che diamo a eventi insignificanti. Quando identifichiamo una convinzione che ci trattiene, identifichiamo l’evento e l’interpretazione che abbiamo dato a quell’evento che ci ha aiutato a formarlo, quindi, diamo altre 4 interpretazioni a quell’evento e identifichiamo che la nostra interpretazione non è la verità ma una delle 5 possibili verità. E anche se fosse vero al momento dell’evento, rendiamoci conto che potrebbe non essere sempre l’unica verità.

Non dobbiamo essere schiavi delle nostre convinzioni.

 

Cosa accadrà quando elimineremo queste convinzioni?

Saremo inarrestabili. Identifichiamo le convinzioni che ci stanno trattenendo ed eliminiamole. Eliminiamole interpretando quegli eventi in un altro modo.

Devonish Morett
Consulente Aziendale

Comunicazione efficace per il successo di un’azienda

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La comunicazione è essenziale in qualsiasi tipo di attività commerciale, essendo uno dei fattori essenziali per il suo corretto funzionamento e sviluppo.

La comunicazione nelle aziende è uno dei punti più importanti e critici, poiché da essa dipende lo sviluppo di tutte le attività e progetti. Se tale comunicazione non è efficace e non ha le modalità corrette ed efficienti, si corre il rischio di raggiungere punti critici come: incomprensioni, poca chiarezza e inadeguata comunicazione sulle priorità e attività, ordini confusi o applicazione di criteri personali male interpretati (pensavo che…  mi hanno detto che…non lo sapevo…nessuno me l’ha detto). Tutto questo genera un clima organizzativo teso e improduttivo. Uno dei principali ostacoli è non riconoscere che ci sono delle barriere e dei problemi. Il che va di pari passo con la mancanza di consapevolezza riguardo alla complessità della comunicazione interpersonale e organizzativa.

 

Le persone comunemente credono che comunicare sia facile e naturale come parlare e ascoltare, quando in realtà la comunicazione è complessa e rappresenta una sfida da gestire in modo efficiente. Alcuni aspetti della complessità nella comunicazione sono:

– Il “vero” non è ciò che dice il mittente, ma ciò che comprende il destinatario;

– Il risultato della comunicazione è misurato dall’effetto che ha avuto nel ricevitore;

– La responsabilità di una comunicazione efficace spetta sia al mittente che al destinatario;

– La comunicazione richiede che i destinatari esprimano di aver ricevuto e capito il messaggio e di dimostrare di averlo realmente compreso (questo è fondamentale).

 

Ma quali sono le principali barriere nella comunicazione:

– Crediamo che ciò che comunichiamo sia chiaro agli altri come lo è per noi, diamo per scontate cose che a volte non sono percepite dagli altri (per questo mai dare nulla per scontato);

– generalmente crediamo che il modo in cui percepiamo le situazioni sia lo stesso come le percepiscono gli altri (ricordiamoci che ogni testa è un mondo, e non tutti siamo uguali);

– generalmente diamo per scontato che abbiamo ragione e gli altri hanno torto;

– crediamo che ci sia un solo modo corretto di fare le cose, ovviamente il nostro.

 

Nelle organizzazioni, quando un messaggio passa da una persona che magari ha un carico direzionale a una che ha un livello più operativo, significa nella maggior parte dei casi che ha passato per diverse orecchie e bocca. Ogni persona può aggiungere o rimuovere parole o affermazioni dal messaggio originale, in base a quanto ha capito, in basa alla sua opinione e così via, magari trasformandolo completamente e convertendolo in un altro messaggio, anche senza cattive intenzioni.  Purtroppo, queste variabili nell’informazione iniziale dipendono sempre dal modo in cui vengono interpretate e comunicate da ciascuna persona (vi ricordate il gioco del telefono senza filo??).

Un altro dei tanti errori o ostacoli a una comunicazione efficace è pensare che chi parla sia l’unico ad avere il diritto di farlo, e l’ascoltatore sia passivo e non possa esprimere giudizi di valore, quando dovrebbe essere il contrario. Le persone devono essere attive nella conversazione perché sia efficace e assertiva, per questo deve essere utilizzato l’ascolto attivo che deve considerare:

  • Empatia (emotivamente e fisicamente)
  • Curiosità (fare domande)
  • Ricapitola
  • Corretta posizione del corpo e contatto visivo
  • Rifletti sulle emozioni di chi parla
  • Evita di interrompere
  • Non parlare troppo

Affinché la comunicazione sia efficace e assertiva all’interno e all’esterno dell’azienda, deve essere chiaro che è necessario essere empatici, pazienti e possedere le competenze necessarie per saper gestire le situazioni che si presentano.

 

Nelle aziende, gli effetti positivi quando la comunicazione è efficace sono evidenti: migliora la competitività dell’organizzazione, nonché il modo in cui può adattarsi ai cambiamenti che si verificano nel suo ambiente, al fine di raggiungere gli obiettivi inizialmente proposti.  Allo stesso tempo, l’esistenza di una comunicazione efficace in azienda incoraggia la motivazione dei dipendenti, nonché l’impegno e il coinvolgimento nelle attività aziendali, creando un ambiente di lavoro inclusivo.

Devonish Morett
Consulente Aziendale
Marketing strategy, gestione del tempo e
della pianificazione nelle PMI e negoziante