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Non è una novità affermare che COVID-19 ha cambiato per sempre il modo di lavorare e di vedere il lavoro.
Non mi riferisco solo all’improvviso spostamento verso il lavoro a distanza o all’adeguamento degli uffici, né alla trasformazione dello spazio privato in un ufficio domestico. La cosa più interessante è parlare del nuovo paradigma che ora è alla vista di tutti con la pandemia e che lascerà degli strascichi notevoli.
Le relazioni
In uno scenario in cui l’interazione è limitata, la fiducia è una condizione fondamentale per un lavoro efficiente. Fiducia dei leader nel team e viceversa, ma anche tra i dipendenti. I manager/direttori hanno dovuto abituarsi a lavorare senza avere il loro team sott’occhio.
I tempi richiedono di accettare che il lavoro è qualcosa che viene fatto (raggiungimenti degli obbiettivi e risultati) e non un luogo in cui si va e magari ci si sta più di otto ore senza ottenere il 50% dei risultati che si desidera, e che il monitoraggio deve migrare dalle persone ai processi. La mancanza di fiducia viene risolta con strumenti tecnologici pensati per pianificare, collaborare e seguire in tempo reale con le piattaforme apposite, che a oggi sono tantissime a disposizione e anche gratuite.
Hard skills e soft skills
Le competenze digitali e le competenze trasversali sono il biglietto da visita per il nuovo mondo del lavoro. Nel campo del digitale non parlo solo di connettività ma degli aspetti tecnologici di questa tempesta perfetta per la trasformazione digitale che stiamo vivendo: intelligenza artificiale, big data, internet e tutte quelle competenze che definiscono il lavoro a distanza e prova di pandemia.
Per quanto riguarda le soft skills, queste sono passate dall’essere un “bel dettaglio” nelle valutazioni del talento umano a essere forse il pilastro più importante e critico per rimanere all’interno di un sistema di lavoro in evoluzione. Intelligenza emotiva, autonomia, curiosità, iniziativa, determinazione e capacità di prendere decisioni sono requisiti imprescindibili per chiunque desideri distinguersi e navigare con successo nella nuova realtà lavorativa, e i reparti delle risorse umane dovrebbero concentrarsi meno sui ruoli tradizionali e di più nelle competenze trasversali.
Ciò che era nascosto viene alla luce
La tecnologia è un vero democratizzatore di opportunità per tutti, ma soprattutto per le donne che, grazie alla trasformazione digitale, possono gestire la propria carriera ovunque si trovino e conciliare lavoro e vita personale. L’unica competizione attuale è il talento. E questa è anche la chiave per l’inserimento di giovani, anziani e persone con capacità diverse nel mondo del lavoro. Il lavoro a distanza chiude tutte le fessure grazie ai suoi orari flessibili, all’accesso democratico alle stesse opportunità, alla parità di formazione e retribuzione basata sulle competenze e non sul genere, sull’età o su qualsiasi altro pregiudizio limitante.
Ciò che è transitorio adesso diventerà permanente
COVID-19 ha scosso il mondo del lavoro, specialmente nei paesi più colpiti e poco tecnologici come l’Italia. In questi mesi drammatici, molti hanno perso il lavoro e altri hanno ritenuto necessario trovare modi per diversificare il proprio reddito. D’altra parte, le aziende sono andate ad assumere persone per assistere nella transizione al lavoro a distanza: nuove esigenze, nuove risorse. Una percentuale non indifferente delle aziende stanno sostituendo i propri dipendenti a tempo pieno con lavoratori contingenti per economizzare e diversificare le proprie operazioni. Il fatto che questi lavoratori occasionali entrino a far parte dello stabilimento permanente e possano accedere agli stessi benefici di quelli assunti è un altro dei cambiamenti strutturali che hanno costretto la pandemia.
È un nuovo mondo. Mentre finiamo di sistemarci, le persone e le aziende che sono state in grado di rispondere al cambiamento con apertura, intelligenza e grande agilità saranno quelle che saranno in grado di dare testimonianza di come hanno fatto per trovare un modo per continuare a fare ciò che più gli piace fare.
Il mio parere
Ormai il mondo del lavoro è cambiato, già molte aziende lo stanno facendo, ma il futuro sarà basato sui risultati e obiettivi da raggiungere in base al lavoro e al ruolo, più che sulla quantità di ore che si sta in ufficio. Ormai quella mentalità di una volta dove si pensa che più ore di lavoro fai più ci tieni al tuo lavoro e lavori di bene, si sta dimostrando non vera. Il moto adesso è lavorare con pianificazione e le ore che servono per raggiungere gli obbiettivo e ottenere i resultatiti richiesti.
Vedremo che in un periodo non molto lontano anche le retribuzioni cambieranno basandosi sui risultati.
E’ ora di cambiare lo switch e cavalcare l’onda.